La mielolesione
La mielolesione è una lesione del midollo spinale che comporta l’interruzione delle vie nervose ascendenti e discendenti che collegano quest’ultimo al cervello con conseguente perdita delle funzioni motorie, sensitive e viscerali presenti al di sotto del livello di lesione e normalmente controllate e coordinate dai centri superiori. La perdita delle funzioni è totale nei casi di lesioni midollari complete e parziale in quelle incomplete.
Si parla di tetraplegia quando la paralisi interessa il collo, il tronco e i quattro arti e si presenta in seguito al danneggiamento del midollo nella regione cervicale e di paraplegia se la paralisi coinvolge gli arti inferiori e il tronco in base al livello in cui si è verificata la lesione ed è il risultato di un danno al midollo dalla regione toracica a scendere. In entrambi i casi le funzioni di alcuni organi sono compromesse in misura più o meno grave a seconda dell'entità della lesione.
Le lesioni midollari possono essere:
• traumatiche: avvengono principalmente in seguito a incidenti stradali, cadute accidentali e infortuni sportivi e colpiscono perlopiù giovani adulti di sesso maschile di età compresa tra i 16 e i 30 anni;
• non traumatiche: sono secondarie a patologie vascolari, tumorali, infettive e degenerative e interessano soggetti di età compresa tra i 15 e i 70 anni;
• congenite: sono causate da una malformazione del midollo spinale che colpisce la colonna vertebrale durante la gravidanza (spina bifida).
Gli esami diagnostici atti a identificare la patologia sono la risonanza magnetica, che valuta le lesioni del midollo spinale e dei legamenti vertebrali, e la tomografia computerizzata, che rileva la presenza di lesioni ossee.
L'intervento riabilitativo ha come obiettivo generale il raggiungimento del massimo grado di autonomia possibile nelle attività quotidiane in relazione al tipo e al livello di lesione, all'età, alle condizioni generali della persona, alla presenza o meno di complicanze (piaghe da decubito, infezioni, problematiche respiratorie, ad esempio), alla motivazione e al sostegno della famiglia, consentendo un reinserimento familiare, sociale e lavorativo e una migliore qualità di vita.
In particolare, nel soggetto con lesione midollare completa l’obiettivo consiste nel raggiungimento delle autonomie in carrozzina e nello svolgimento delle attività quotidiane; nel soggetto con lesione midollare incompleta, invece, si lavora parallelamente sul raggiungimento delle autonomie e sul recupero motorio, che, in base al grado di incompletezza, in alcuni casi può anche portare al raggiungimento e al mantenimento della stazione eretta e, successivamente, ad una eventuale deambulazione.
In quest’ultimo caso risulta di fondamentale importanza la muscolatura residua che viene considerata il punto di partenza per rinforzare e impostare alcune attività ben specifiche per il recupero.
Il percorso riabilitativo, essendo lungo e complesso (il soggetto generalmente viene ricoverato per tanti mesi e quindi la presa in carico risulta decisamente più intensa e continuativa), è gestito da un'equipe multidisciplinare, costituita da numerose figure professionali, tra cui il medico, il fisioterapista, l’infermiere e lo psicologo.
Il programma consta di:
• riabilitazione motoria: chinesiterapia e idrochinesiterapia (principalmente mobilizzazione articolare, stretching e/o rinforzo muscolare laddove c’è muscolatura residua), sporterapia;
• addestramento ai trasferimenti (letto-carrozzina, automobile-carrozzina) e all’utilizzo e gestione della carrozzina per migliorare l’autonomia e addestramento alle posture per prevenire le lesioni da pressione e gli atteggiamenti viziati;
• rieducazione alle attività quotidiane (è fondamentale anche la figura del terapista occupazionale);
• riabilitazione viscerale: respiratoria, intestinale e vescico-sfinterica;
• riabilitazione psicologica: molto importante poiché la mielolesione comporta spesso un forte cambiamento della sfera psicologica.
Grazie ai progressi raggiunti nel trattamento d'urgenza della lesione e nel campo delle neuroscienze si è verificato un aumento della sopravvivenza dei soggetti e del numero di lesioni incomplete con maggior potenziale di recupero.
Francesca Pellò, Dott.ssa in Fisioterapia