Fisioterapia

Le cicatrici: Cosa sono e come si trattano manualmente

Trattamento cicatrici

07 FEBBRAIO 2020

LE CICATRICI: COSA SONO E COME SI TRATTANO MANUALMENTE

Il nostro corpo è rivestito esternamente dalla cute o pelle, organo che svolge la funzione di mediatore tra organismo e mondo esterno.
Presenta tre strati: epidermide, derma e strato sottocutaneo composto da tessuto adiposo. Ha la funzione di proteggere il corpo dai traumi, regolare la temperatura corporea, percepire il dolore e gli stimoli sgradevoli e contribuire alla sintesi della vitamina D.

Quando questa struttura viene danneggiata da agenti di origine fisica (traumi, calore, corrente elettrica…), chimica (composti tossici, acidi…) o biologica (virus, batteri…) si attiva una risposta infiammatoria che è caratterizzata dalla formazione di mediatori chimici prodotti dalle cellule coinvolte in questo processo e da un movimento di liquidi e cellule dal sangue verso il tessuto extravascolare. L’infiammazione è una risposta prevalentemente locale che ha lo scopo di proteggere l’organismo da invasioni di microrganismi, detriti cellulari e sostanze tossiche che devono essere eliminate. È strettamente connessa al processo di guarigione perché quando il processo infiammatorio sta per concludersi, si ha la guarigione che può avvenire per rigenerazione o riparazione. Nel primo caso le cellule del tessuto danneggiato vanno a proliferare e a sostituire quelle che sono andate perdute ristabilendo anche la funzionalità di esso; il secondo caso, invece, si presenta quando le cellule morte non possono più essere sostituite, si ha il deposito di una sostanza chiamata matrice extracellulare da parte dei fibroblasti (cellule importanti per il processo infiammatorio) con formazione di una cicatrice e perdita di funzionalità nella zona danneggiata.

Questo processo può essere normale e produrre un esito cicatriziale congruo con la ferita oppure quando vi è qualche anomalia si può venire a creare una cicatrice patologica. Ne possiamo distinguere vari tipi:

⁃ Cicatrice atrofica: quando il tessuto cicatriziale che viene prodotto non è sufficiente a riempire totalmente l’area danneggiata;

⁃ Cicatrice ipertrofica: si forma a seguito di un processo di guarigione meccanicamente stressato e, perciò, è più comune a livello articolare. Caratterizzata da una formazione rossa, dura ed in rilievo che spesso si associa a prurito e dolore di diversa intensità;

⁃ Cicatrice cheloidea (o cheloide): simile alla cicatrice ipertrofica con la differenza che il tessuto cicatriziale è andato a coprire una superficie maggiore rispetto a quella della ferita che l’ha causata. Ha un aspetto lucido, in rilievo e liscio;

⁃ Cicatrice retraente: è caratterizzata da una retrazione cutanea con riduzione della superficie; quando colpisce le aree articolari può provocare deficit funzionali.

Quando una cicatrice, soprattutto a seguito di un intervento chirurgico, si forma tra vari tessuti, organi o articolazioni che connettono aree anatomiche normalmente non collegate tra loro, si determina un problema di scorrimento e mobilità dei tessuti circostanti che prende il nome di aderenza cicatriziale.
Il problema delle cicatrici patologiche è che possono generare degli squilibri per l’organismo su vari livelli: a livello posturale in quanto vanno ad interferire con i recettori cutanei provocando alterazioni alle afferenze propriocettive ed esterocettive che potrebbero portare ad una risposta muscolare anomala con dismetrie funzionali; a livello linfatico in quanto possono ostacolare il deflusso linfatico locale e determinare una stasi di esso e a livello mio-fasciale poiché generano fibrosi che porta ad una ridotta elasticità in alcune zone, creando un disturbo localizzato che però si riflette a livello globale sulle catene cinetiche in toto.

Esistono molteplici alternative per il trattamento delle cicatrici, ma la più importante e semplice di queste è il massaggio cicatriziale che deve essere effettuato da un fisioterapista qualificato; si effettua localmente sulla cicatrice per più volte al giorno dal momento in cui la ferita è completamente chiusa fino alla completa risoluzione della problematica per un massimo di 6 mesi solitamente. La durata del trattamento aumenta gradualmente con il passare del tempo in quanto se si andasse a trattare una cicatrice troppo recente per troppo tempo si potrebbero creare delle irritazioni cutanee da frizione o delle dermatiti. Lo scopo è quello di muovere e scollare i tessuti; si “pinza” la cicatrice tra pollice e indice uniti facendo scorrere i tessuti tra le due dita (tecnica del pincé-roulé) o si prende un pezzo di pelle con un dito massaggiando la porzione vicina in maniera circolare per staccarla dai tessuti sottostanti e per stimolare il sistema vascolare che andrà ad aumentare l’afflusso di sangue nella zona trattata e porterà ad un cambio di colorazione della cicatrice. In questa fase la sensibilità della zona potrebbe essere alterata ed il paziente potrebbe avvertire pruriti e pizzicori. È molto importante lavorare senza troppo timore di manipolarla in quanto i tessuti, a differenza di una ferita, non tendono a lacerarsi. Durante il trattamento è sconsigliato l’uso di oli o creme per favorire lo scivolamento delle mani in quanto è necessario avere una presa sufficientemente forte affinché il trattamento abbia efficacia; alla fine del trattamento, invece potrebbe essere utile spalmare una crema con piccoli movimenti circolari con lo scopo di schiarire la cicatrice.

Si dice che le cicatrici siano ricordi, ma viste le numerose problematiche che si portano dietro, sarebbe meglio dimenticarle andando a pianificare un adeguato trattamento dal fisioterapista.