La maratona
Le origini della maratona si possono ricondurre ad una leggenda storica che ha sempre affascinato ed incuriosito diversi storiografi: la corsa sfrenata di Filippide (emerodromo ateniese).
Secondo quanto ci è stato trasmesso da Erodoto, storico greco antico vissuto tra il 484 ed il 430 a.C., Filippide avrebbe percorso di corsa la tratta da Maratona ad Atene per annunciare alla città la vittoria degli ateniesi sui persiani nell’omonima battaglia. Giunto però a destinazione fu colto da un malore dettato dall’esasperata fatica sopraggiunta per l’impensabile impresa da poco conclusasi. Sebbene nella tradizione popolare e scolastica, la leggenda storica sia singolare e rinomata per la sua unicità, altrettanto è importante sapere però che da questa impresa, alla fine del diciannovesimo secolo d.C., Michel Bréal, ideò quella che ad oggi è conosciuta come la Maratona.
La lunghezza iniziale del tracciato contava circa 40 km, successivamente allungata sino ai 42 e 195 mt. indicativi della lunghezza tra Maratona e Atene.
Nel 1896, in occasione della prima Olimpiade moderna, ad Atene si svolse la prima maratona con percorso analogo a quello della leggenda storica, sviluppatosi dal ponte di Maratona allo Stadio Panathinaiko di Atene per una lunghezza complessiva di 40 km.
Nel 1921 vennero adottati come lunghezza uniformata ed ufficiale dalla federazione internazionale di atletica leggera i conosciutissimi 42 km e 195 metri.
La storia di questa competizione ha visto susseguirsi diversi eventi drammatici e gloriosi tra i quali possiamo annoverare:
• Nel 1908 Dorando Pietri giunse al traguardo ma collassò poco prima di arrivare alla linea d’arrivo: con l’ausilio di un giudice taglio il traguardo ma la vittoria venne attribuita allo statunitense Jhonny Hayes;
• Nel 1912 a Stoccolma, per via dell’eccessivo caldo registrato, molti dei partecipanti ebbero dei malori al punto di morire, come accadde per Francisco Làzaro;
• Nel 1960 a Roma l’etiope Abebe Bikila vinse la maratona correndo scalzo per tutta la durata della competizione terminatasi poi sotto l’Arco di Costantino;
• Nel 2004, ad Atene, il brasiliano Vanderlei de Lima, testa del gruppo da circa metà della competizione, venne interrotto dal Neil Horan (prete irlandese noto per i disturbi recati durante le competizioni), perdendo così ritmo, fiato e preziosissimi secondi.
La maratona si è così fatta apprezzare diffusamente al punto da essere riconosciuta e stimata come una sfida contro se stessi: tra le città che accolgono decine di migliaia di partecipanti figurano Chicago, Reykjavik, Mosca, Berlino, Helsinki, Londra, Praga, Parigi, Amsterdam, Barcellona, New York, Atene, Madrid, Valencia, Tokio, Gerusalemme, Berlino, Vienna, Boston, Edimburgo, Cape Town, Lisbona, Dublino e tante altre.
Una delle competizioni più feroci dal punto di vista cardiovascolare, con una richiesta elevatissima e dai consumi altrettanto alti di energie ma pur sempre divertente; ed è così che lo spirito dello sport prende piede, surclassando le fatiche ed i patimenti per rendere l’atleta una macchina emozionale disposta almeno a finirla, pur non stressandola per farla figurare come record man. Sicuramente, questo discorso non lo si può estendere a Eliud Kipchoge, attuale detentore del record maschile per aver ultimato la maratona di Berlino (16 settembre 2018) in sole 2 ore, 1 minuto e 39 secondi. Che dire.. 2 minuti e 53 secondi al km per un simpatico ometto di 167 cm x 52 kg.
Saranno i paesi di provenienza, le abitudini alimentari, lo stile di vita.. ma altrettanto sarà la motivazione, a rendere indelebili nel corso della storia record di campioni come questo.
Dott. Gabriele Costa